19/10/2020 – È uscito un paio di anni fa ma l’abbiamo scoperto solo ora, partliamo de “Il bambino con le scarpe rotte” (Edizioni Gruppo Abele), scritto da Rosa Cambara, illustrato da Ilaria Zanellato e pubblicato con il carattere ad alta leggibilità EasyReading® per agevolare la lettura delle persone con dislessia.
Il passaggio interessante che relaziona il bel libro con il progetto “1000 a 0” è il momento in cui il protagonista (preso di mira da atti di bullismo) entra in palestra nell’ora di Educazione Fisica (sport) e succede che….
Questo in breve il racconto. Un bambino, la cui famiglia versa in ristrettezze economiche, non può affrontare la spesa di scarpe all’ultimo grido. I compagni di classe non perdono occasione per ricordare al bambino con le scarpe rotte, così lo chiamano, il suo essere diverso da loro.
“Il protagonista di questo albo fa finta di raccontarci una storia di scarpe, e intanto dice della sua vita più di una biografia di mille pagine”, commenta Nadia Terranova nella postfazione. L’albo inizia parlando delle scarpe, sgualcite e quasi inutilizzabili, ma presto va oltre, raccontando di bullismo, di povertà e di stigma sociale. Uno sguardo timido su una società in cui essere poveri non è solo un disagio di per sé, ma anche motivo di vergogna e di allontanamento.
“Mi fissano dall’alto in basso e io mi sento piccolo e molle, come una formica”, pensa il protagonista mentre i bulli lo accerchiano. Perché, come ogni insegnante potrebbe testimoniare, il bullismo è un fenomeno subdolo e si accompagna a quella paura di sentirsi dalla parte sbagliata, ribaltando ruoli e responsabilità e sfociando nel senso di colpa.
L’autrice Rosa Cambara, al suo esordio come autrice per l’infanzia, non è nuova al tema: gestisce infatti Attenti a quei bulli, blog che raccoglie le testimonianze di chi è riuscito a fuggire dalle grinfie del bullismo. Non c’è solo la volontà di denuncia ad animare lo spirito di questo libro, ma anche uno stimolo a coltivare la speranza che al bullismo si può reagire. I conflitti si superano, con l’aiuto degli altri ma anche scoprendo e coltivando le proprie capacità. “Non preoccuparti tesoro, tutto si aggiusta” conclude la mamma del giovane protagonista. Tutto si aggiusta quando non ci si arrende alle proprie fragilità ma le si trasforma in opportunità per la scoperta dei propri punti di forza, in quella sudata conquista di consapevolezza di sé che le scienze del sociale chiamano empowerment.
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