Siamo agli Ottavi di finale! Dopo il convincente successo nel match d’esordio con la Turchia, la Nazionale supera a pieni voti il suo esame di maturità battendo 3-0 anche la Svizzera e passa il turno senza dover aspettare la sfida di domenica con il Galles, quando sarà sufficiente un pareggio per mettere in cassaforte anche il primo posto del girone. Il cammino è ancora lungo, ma ne hanno fatta di strada gli Azzurri: decima vittoria di fila, decima partita senza subire gol e 29° risultato utile consecutivo (24 successi e 5 pareggi), ad una sola lunghezza dal record stabilito negli anni Trenta dal leggendario Vittorio Pozzo.
E’ un’Italia bella e arrembante quella che travolge la Svizzera, in grado di non abbattersi quando qualcosa va storto (vedi il gol annullato e l’infortunio di Chiellini) e che ancora una volta dimostra di avere tante frecce al proprio arco. Una squadra che sta bene fisicamente e mentalmente, in grado di cambiare ritmo grazie alle volate di Berardi e del solito incontenibile Spinazzola. La crescita esponenziale di Locatelli, autore della doppietta che scardina la difesa elvetica prima del sigillo del solito Immobile, è il manifesto di una Nazionale che appare sempre più consapevole dei propri mezzi, che il 26 giugno vuole andare a giocare a Wembley gli Ottavi da prima del girone per poi tornarci a luglio, quando a Londra la fase finale dell’Europeo si trasformerà in una Final Four.
LA PARTITA. Squadra che vince non si cambia, per il turnover ci sarà tempo. Roberto Mancini conferma così dieci undicesimi della formazione vittoriosa all’esordio, la stessa schierata nella ripresa del match con i turchi, con Di Lorenzo al posto di Florenzi. Aspettando il recupero completo di Verratti, la regia è affidata ancora a Jorginho e Locatelli, mentre Ciro Immobile guida un tridente dall’alto tasso tecnico, dove Insigne e Berardi hanno il compito di creare superiorità numerica e di mettere l’attaccante della Lazio nelle condizioni di aumentare il bottino di gol in Nazionale.
Dopo il pareggio con il Galles, la Svizzera è a caccia di punti fondamentali per proseguire la sua avventura nell’Europeo, la quarta grande manifestazione consecutiva a cui partecipa. La nazionale elvetica, che ai Mondiali del 2014 e 2018 e all’Europeo del 2016 ha sempre superato il primo turno per poi fermarsi agli Ottavi, è l’avversario affrontato più volte dagli Azzurri nella loro storia (58 le sfide) e negli ultimi tre precedenti l’Italia non è riuscita ad andare oltre il pareggio. Vladimir Petkovic non cambia modulo, il 3-4-1-2, confermando Shaqiri alle spalle delle due punte Embolo e Seferovic. A centrocampo Freuler è chiamato a riscattare la prestazione opaca con il Galles così come Xhaka, che vuole mettersi in mostra in quello che potrebbe essere il suo nuovo stadio (radio mercato dice che sia vicino alla Roma).
Come contro la Turchia, l’Italia vuole subito avere in mano il pallino del gioco e sfonda a sinistra sull’asse Insigne-Spinazzola, con il romanista che al 10’ sprinta sulla fascia e crossa per Immobile, che di testa non riesce ad inquadrare la porta. Al 18’ gli Azzurri trovano il vantaggio: angolo di Insigne, Chiellini salta, Xhaka e Akanji si ostacolano a vicenda e il capitano azzurro si ritrova il pallone tra i piedi per il più facile dei gol. Il russo Karasev indica il centrocampo, ma su richiamo del VAR, il tedesco Dankert, annulla per un leggero tocco con il braccio del difensore della Juventus. La sfortuna si accanisce su Chiellini, che un paio di minuti dopo il gol annullato è costretto a lasciare il campo per infortunio. Al suo posto entra Acerbi. Una brutta tegola, ma gli Azzurri non sembrano accusare il colpo. Anzi. Al 24’ l’Italia passa e stavolta è tutto regolare. Il gol è ‘made in Sassuolo’, con Berardi che brucia Rodriguez e serve a Locatelli un pallone solo da spingere in rete. Secondo gol in Nazionale per uno degli esordienti della gestione Mancini, il più importante. Anche perché la Svizzera è costretta a scoprirsi e gli Azzurri hanno tre occasioni nitide per raddoppiare: Insigne dopo un’uscita bassa di Sommer su Immobile scavalca con un lob morbido il portiere svizzero trovando la respinta di Akanji a pochi metri dalla linea di porta, poi Berardi non sfrutta una ripartenza in superiorità numerica e Spinazzola trova posto nella galleria dei rimpianti toccando d’esterno a lato a pochi metri da Sommer. Stavolta l’Italia chiude il primo tempo in vantaggio, ma può comunque recriminare per le troppe occasioni fallite.
Nel calcio, si sa, le partite vanno chiuse e a farlo ci pensa chi la partita l’ha sbloccata. Già, Manuel Locatelli, che cinque anni fa con la maglia del Milan fece conoscere a tutti il suo immenso talento con un gol capolavoro alla Juventus prima di perdersi un po’ per strada per poi ritrovarsi a Sassuolo, ancora ragazzo ma già uomo. Al 52’ riceve un pallone al limite dell’area, i timidi difensori svizzeri gli lasciano lo spazio per il tiro e lui ne approfitta facendo partire una conclusione secca che si infila all’angolo alla sinistra di Sommer. Due a zero e Svizzera quasi alle corde. Ci prova il neoentrato Zuber, ma Donnarumma si fa trovare pronto: se l’Italia non subisce gol da dieci partite il merito è anche del suo portierone. Berardi calcia alto da buona posizione e lascia poi il campo sostituito da Toloi, mentre Chiesa rileva un applauditissimo Lorenzo Insigne. Si aprono praterie per l’Italia e Immobile sfiora per due volte il terzo gol, mentre Embolo si fa notare solo per un calcione rifilato a Barella. Mancini concede la standing ovation a Locatelli e fa rifiatare Barella, mandando in campo Pessina e Cristante. E all’ultimo minuto Immobile fissa il risultato sul 3-0 con un destro dalla distanza che Sommer vede partire tardi: è il 15° gol in Nazionale per l’attaccante della Lazio, il terzo consecutivo dopo quelli segnati con Repubblica Ceca e Turchia. Finisce di nuovo con i tifosi ad applaudire gli Azzurri e gli Azzurri ad applaudire i tifosi. Ci si rivede domenica, poi l’Italia si metterà in viaggio sperando di tornare solo dopo l’11 luglio.
Lascia un commento